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...a santi e paure, perché, lo sai cosa succederà l'anno prossimo: se tu non ti metti in testa di vincere, nessun buon anno ti salva. Ed a natale, poi, la sfida si fa dura. Vedi gente piena di pacchettini vari, comprati con furia oppure iniziati a fare da metà novembre e ti chiedi "ma che c'hanno da correre questi qua?" Corrono, anche per festeggiare. C'è un vecchietto, avrà novant'anni, vicino casa mia. L'albero lo ha già bello che fatto, da inizio novembre. Dicono "ma che pazzo, il vecchietto, che fa l'albero già ora". Io ci ho parlato, mi ha detto che gli ricorda la moglie quell'alberello piccolo, pieno di luci chiare, quasi bianche. Dice che accendendolo prima, lei è lì con lui, insieme preparano dolci e lasagne e incartano regali per nipoti e bisnipoti. Natale è tante cose. Francamente non m'interessa sapere cosa pensi la gente del natale, a me, in fin dei conti, piace da morire sapere che, per una volta almeno, siamo consapevoli di poter essere felici. Una volta, una sola all'anno. Perché non c'è niente che ci faccia tener stretta la felicità, quanto il fatto di volersi sentire felici. Una festa comandata, una che non crede ve ne parla. E vi dice che sì, sarà ipocrita ed incoerente, sarà quel che volete, ma gli occhi di mio figlio, mentre scrive trecento brutte copie della letterina per babbo natale, sono uno spettacolo unico.
Composto mercoledì 28 novembre 2012
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