Essere un libro aperto
"Tu sei un libro aperto". Non ho mai sentito mia questa frase come in questo momento. In questo momento ho capito. Non è più questione che io scriva o meno un libro; io sono un libro. Per questo mi viene bene esprimermi scrivendo, piuttosto che parlando. Perché devo essere letta. Devo essere letta, punto. Devo essere letta, punti e virgole e spazi e due punti e congiuntivi. Come il testo di una canzone, un cartello stradale, un tatuaggio, una lettera; un libro. Quando scrivo sono me. Non ci sono errori. Non ci sono balbettii. Silenzi imbarazzati. Non ci sono "ehm". Sguardi bassi. Ci sono io, solo io, sono me, solo me. Diretta, nero su bianco. Le mie emozioni trapelano dal foglio, si sentono. Ci sono gli spazi e le parole che ti obbligano a respirare un silenzio, ci sono le virgole e il corsivo che ti obbligano a bere d'un fiato. Ci sono i miei dubbi, le mie paure, i miei sentimenti; senza veli. La scrittura mi protegge rendendomi trasparente. È la parte di me più importante. La mia colonna vertebrale. Senza sarei una mutilata. Un rifiuto umano con diritto ad un posto riservato sui mezzi pubblici. La scrittura si pone in mia difesa, esponendomi. Io sono, carta, inchiostro e verità.
Composto giovedì 18 aprile 2013
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