Mi manchi, e sono volgare
Mi manchi, porca puttana. E sono volgare, ma è solo colpa tua, se dò della puttana, è solo colpa tua. Chi è quella di cui parlo? Non lo so. Forse la donna prima di me che non ti sei tolto dalla testa. Forse la vita. Forse quella che verrà dopo e non varrà nemmeno una metà di quanto valgo io. Forse insulto la musica che condividevamo. La canzone che ballavamo. O quella che ho scritto. Forse la donna è la strada che s'è divisa in due, in un bivio obbligato. Forse insulto solamente l'impotenza o la mia incapacità di dimenticare le assenze, le mancanze. Insulto la primavera e l'estate, che passerò da sola, la stanza vuota, la mia bocca chiusa per rispetto, la strada che non posso più percorrere, la porta che resta muta, la suoneria che non suona. Insulto la mia pelle, nuda, che non si copre di te. Insulto le donne benedicendone una, colei che scrive di te. Benedico la mano che mi aiuta a sanguinare, pulendo una ferita che periodicamente rischia d'infettarsi e suppurare. Una mano che scrive di te. E non con te. E non a te.
Composto lunedì 24 giugno 2013
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