Scritto da: ROBERTO POZZI

Nell'oscurità


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...la sento di chiacchierare con nessuno, non voglio che il barman abbia compassione per il mio tenebroso aspetto e, a mio malgrado, si comporti in modo gentile, come un essere umano e magari inizi con me una banale conversazione! Con ironia della sorte, anche se vorrei rimanere solo, un distinto signore, ben curato e impeccabilmente vestito in un elegante abito nero, mi chiede se può sedersi al mio tavolo. Non rimango molto sorpreso dalla sua richiesta, ma dalla sua familiarità che non riesco a focalizzare, lo invito ad accomodarsi per soddisfare la mia curiosità. Però, dopo pochi attimi, sono già abbastanza nervoso, non comprendo le intenzioni di quell'attraente gentiluomo che mi ha trovato cosi'interessante da condividere la mia compagnia. Il locale è vuoto, immagino che lui non abbia scelta se non vuole rimanere solo, mi sento sempre più irrequieto, non credendo alla mia immaginazione, gli chiedo spudoratamente: "ma noi ci conosciamo?" Con un mezzo sorriso, ironico e sottile come un lama, lo strano gentiluomo mi risponde con un tono piuttosto garbato: "ma certo, tu mi conosci già dal giorno in cui sei nato, anche se ci siamo appena sfiorati quel giorno e in altri giorni della tua vita, tu mi ... [segue »]
Composto venerdì 16 maggio 2014

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