perdono


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...affilati come lame, per lui sono talmente naturali che non ci fa caso, il topo da dentro la tana sentiva il rumore degli artigli che raschiavano il legno della sua tana e si spaventò, si spaventò a morte perché gli tornò in mente la sua coda, che non c'è più, quel suono di quando il gatto con un colpo di zampa la staccò di netto... allora il topo iniziò a gridare: "basta, ti prego abbi pazienza, non posso ora ho paura, non mi far sentire ancora quel rumore mi spaventi ancora di più" ma il gatto non lo sentiva, i colpi di zampa coprivano la voce del topo e continuava, voleva solo entrare per chiedergli perdono, gli disse il gatto: "esci non ti voglio fare del male, vorrei scusarmi per quel che ho fatto" il topo sempre più impaurito non sapeva più che fare e in preda al panico esalò l'ultimo respiro urlando: "ti avrei perdonato, bastava un po' di pazienza è nella mia natura di essere innocuo, un indifeso topo, chi è indifeso ha solo il perdono come arma... ti avrei perdonato..." il gatto lo sentì, così some sentì quel silenzio alla fine della frase che gli fece ... [segue »]
Composto martedì 8 luglio 2014

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