Tutta colpa di quel rosario
Un giorno qualunque entrò in quella stanza una donna dall'animo delicato, molto fragile.
Mi accorsi che il suo viso era segnato dal dolore, un dolore lancinante.
Nel mentre parlavamo di piccoli accenni della vita, del dolore che le stava togliendo tutto piccoli accenni,
capì.
La lasciai un attimo sola, presi la mia borsa e sfilai il borsellino,
lì la corona del rosario,
aprì la sua mano consegnandola.
La donna stupita mi guardò.
Non so da dove mi veniva tutto questo, ma una cosa è certa una voce spingeva la mia anima a farlo.
Dissi a quella donna va da lei che è tanto malata, dille che è una corona di rosario speciale e pregate, pregate,
poi chiama l'uomo di fede e conducila a Dio con la pace.
Incredula quella donna andò via.
Dopo qualche giorno torno in quella stanza riportandomi la corona del rosario;
mi disse: tutta colpa del rosario.
Cosa! Le risposi non capivo.
Lei è andata via in pace con Dio.
Ora ero io incredula, l'abbracciai forte, lei era serena.
Quel magico rosario aveva aperto la porta a Dio in quella casa del dolore.
Tutto ciò che le avevo chiesto era stato fatto.
Dio prese con se quella donna tanto malata, la portò nel magico giardino tra gli angeli e musiche celestiali.
Mentre si scioglieva il cordone ombelicale che le teneva strette, contemporaneamente si stringeva oltre misura l'amore materno, si stringeva sempre di più tanto che la donna fragile pianse lacrime calde che cadevano su quel corpo ormai gelato.
Sul volto di quella donna ormai gelata apparve il sorriso, il Signore l'aveva portata in paradiso.
Composto mercoledì 3 settembre 2014
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