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...dove metterla! Non avevo una casa, ero nata lì, in quel parco. Dove avrei potuto portarla?
Diamine, vola, farfalla, vola.
Le ho soffiato ancora. Non mi davo per vinta. Ha dato un segno di ripresa. Ha mosso prima un'ala e poi l'altra.
Vola, farfalla, vola. Hai ancora con te la polvere di fata. Credici.
Ha alzato le antenne e ha ripreso a volare per un paio di metri. Poi è scomparsa dalla mia vista, uscendo dal parco. Io l'ho rincorsa, volevo accertarmi che si fosse salvata. Sono uscita dal parco e l'ho cercata ovunque. C'erano una strada, un marciapiede e alcune case sparse. Dov'ero finita? Non riconoscevo nulla di quel posto! Avevo detto che il parco rassomigliava a Calimpo? Mi ero sbagliata! Ho alzato i piedi, avvertendo un formicolio lungo la gamba.
Sono rimasta strabiliata mentre il cuore mi squarciava il petto: la farfalla era lì per terra, stramazzata al suolo. Non era riuscita a volare via, le sue ali si erano spezzate.
Composto nel 2011
dal libro "Sole & luna. Demanimae" di Dylan Berro
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