La grave crisi di nervi di un libro di fotografie
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...con le treccine a commentare ad una per una tutte le mie foto. Sembrava che fosse arrivato il mio momento e invece... Si dimenticò di me nel bagagliaio della sua macchina. Passarono due anni, e lì, chiuso al buio con uno stupido kit di pronto soccorso, un vecchio ombrello e una musicassetta di Califano, credetemi, ho pensato più volte di farla finita. Persi la cognizione del tempo e quando l'architetto si accorse di me era già il 24 dicembre 2002. Sembrò felice di rivedermi, che razza di ipocrita! A dire il vero era davvero felice di avermi trovato. Tolse il bigliettino di "Buon compleanno" e scrisse con una biro sulla mia prima pagina: "Natale 2002". Mi diede una spolveratina, mi impacchettò e mi regalò a suo suocero, il geometra Gappini di Roma. Dopo le solite manfrine finii dimenticato in un'altra triste libreria. Oggi il calendario segna il 23 dicembre 2003, cavoli, ho già più di cinque anni! Ho avuto i miei momenti di gloria, è vero, ma sono passati in fretta, la mia vita è stata un disastro. Mentre confido le mie paranoie ad una edizione economica de "Un nome da torero" di Sepulveda, una mano mi estrae dalla libreria. È la signora Giada, moglie del geometra Gappini. Mi sfoglia entusiasta, ma poi scopre la dedica del Natale scorso fatta con la biro da quel pirla del Giovannelli. Ma come avrà fatto sua figlia a sposare quello stupido architetto? "Beh non ci perdiamo d'animo -dice la signora Giada, che sinceramente mi sta pure simpatica- Magari con un po' di bianchetto si riesce a sostituire quel 2002 in un 2003". Tanto, come si dice, ciò che conta è il pensiero.
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