Scritto da: Elisabetta Tugnoli
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...ma anzi, padroni di follie e verità da manuale, da psichiatria. un mondo di gente che non si pone domande ma che si dà solo risposte, le proprie. E allora è come nuotare in un mare pieno di niente, di ranocchi senza cervello, di organismi monocellulari, di miserabili, dove il cantantino di provincia col suo testo d'amore e quattro accordi mediocri fa successo, fa piangere e strappare i capelli a folle di poveracce. Per un certo tempo ho creduto di essere, assieme a pochi altri, l'unica vivente in questo mondo popolato da morti, al punto che quando camminavo non vedevo i loro fantocci, ma solo carne, putrida carne, quintali, tonnellate di carne animale, senza niente da dire, niente da dare, niente da lasciare. carne che strilla sguaiata ai mercati, ai propri figli, alle proprie vite, strilla perché non ha mai avuto la ragione ed è senza ragione, non ha mai ragione, l'ignorante. Ignoranti di sé stessi, non sanno chi sono, non l'hanno mai saputo e pretendono di parlare. Di fronte a tanto nulla, mi sono confusa, ho pensato di essere l'unica viva in mezzo ai morti, ma poi ho capito che ero io a non esistere, non mi dispiace, uno ... [segue »]
Composto sabato 28 marzo 2015

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