Mio figlio
Capitolo: 2Oggi, dopo quaranta giorni, sono andata a trovare mio figlio in comunità, che bello averlo potuto riabbracciare, stringerlo al petto sorridergli, ma che bello è stato vederlo diverso vederlo sereno. Guardandolo negli occhi ho notato che questi erano limpidi, non più piccoli e rossi, rossi come il fuoco che divorava la sua anima, ma limpidi come l'acqua di un ruscello che canta una canzone, limpidi come il cielo d'agosto come una stella nel firmamento.
Siamo stati insieme, insieme a lui e tutti i ragazzi della comunità, piccoli ma grandi uomini, uomini che cercano ancora una speranza nel volto di chi va a trovarli, che cercano amore e non disprezzo, uomini che cercano di riconciliarsi con la società, e non essere additati come tossicodipendenti.
Abbiamo mangiato con loro ciò che io avevo portato, e, ho portato di tutto e di più, non solo per quel giorno, ma per tanti altri giorni, perché anche noi genitori contribuiamo al sostentamento dei nostri figli, e loro, mi hanno fatto trovare un biglietto sul tavolo dove c'era scritto " siamo contenti di poter condividere con voi questa giornata, tanto attesa da vostro figlio, perché sappiamo quanto lui è legato a voi e quanto ne aveva bisogno. Grazie per il pranzo e per aver riempito la nostra dispensa
benvenuti - i ragazzi e gli operatori della comunità il...
Mi hanno fatto leggere questo biglietto, l'emozione era tanta, ho pianto e con lo sguardo ho abbracciato ognuno di loro.
Abbracciate anche voi questi ragazzi, non derideteli, non allontanateli, non abbaite paura di loro, perché sono pecorelle smarrite e, aspettano il pastore per ritrovare la strada che li conduce all'ovile.
Che Dio li benedica.
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