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...Non ho realizzato subito la ragione perché tutti continuavano a fare le stesse identiche cose di prima, cioè parlare con il vicino, io avevo ancora sonno e faceva ancora un freddo cane da far invidia alla Siberia, eppure qualcosa era cambiato, fuori faceva freddo, ma dentro sentivo una specie di tepore, come una magia, e capii: era Natale, e lo sapevo solo io.
Questo, credo, fece la differenza, lo avvertivo, non ero distratta dal resto del mondo che andava avanti, ero come uscita dal tempo, strappata da qualcosa di più forte. Ho guardato le altre persone riunite lì, tutte per lo stesso motivo, tutte infreddolite e morte di sonno, eppure lì. E ho capito che doveva esserci Qualcosa di davvero grande per spingere tanta gente in tutto il mondo ad uscire di casa lo stesso giorno alla stessa ora con le palpebre pesanti e le mani ghiacciate.
Composto venerdì 27 novembre 2009
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