Ti guarderò andare via, guarderai senza vedermi e sarà brivido lungo la schiena. Spezzerai i lacci che ci tengono uniti, userai parole a ferire, lame taglienti, fendenti precisi all'anima, faranno male, sarai dolore. Avrò occhi rossi granelli di sabbia, ruvidi mi trascinerai giù in un oceano di silenzi, aprirò le braccia a contenere la tua rabbia, ma sarà freddo ghiaccio su lapide di marmo. Andrai via con un sibilo mi abbottonerò la sottana, sarai lontano, distante, a mezzanotte sarai tramontana.
Ti aspetterò e la mia attesa non sarà vana. Tornerai, dolce vento, mi porterai profumo di calicanto e voci d'oriente, mandorli in fiore e parole a lenire. Vicino, non più distante. Sarà bello gioire. Sarai levante.
Ebbra del tuo odore, della presenza, per te mi schiuderò al sole come bocciolo di rosa, avrai la mia essenza e sarà amore. A sud del mio cuore non cadrà la neve, a mezzogiorno sarai nostro.
E ancora sentirò sciogliere il nodo che ci lega, l'abbraccio che mi cinge, ma ti lascerò andare lì dove tramonta il sole, e sarai ponente. Pronta sarò a questo amore ramingo, questa vita gitana, chiuderò gli occhi libera da ogni tormento. Tra poco sarà ancora freddo, non udrai lamento. È il mio destino, io sono la sposa del vento.
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