Che il vento mi porti via, se non so più volare ed il silenzio copra la mia ascesa. So che aspetto e non so chi sono, nel mentre del mio cammino e, anche se mi avvicino, vedo lontana quella luce che vorrei m'inondasse rendendomi fuoco, potendone le scintille ardere in eterno, ma sono ancora qui che a volte, in assenza del tuo profumo, perdo la strada e vago per il nulla, nell'attesa di te. All'ultimo ho trovato quelle note che sole mi riportano alla sera, stretta tra le tue braccia, in conclusione di una qualsiasi giornata che prende importanza da quel tuo profondo respiro, di cui posso immaginare gli occhi chiusi e la mente volata via nel sonno a rincorrere chissà quali desideri e pensieri... Chi lo sa quale forza m'impedisce di prendere un solo respiro, fare un passo senza tremare o un sospiro, nella paura di cadere. E non ha suono, il battere del mio cure, né profondità a questa assurda distanza; come non ne hanno le mie parole o la mia voce che non ha niente da dire, se non a te, anche se a volte sembra poco. Solo un vuoto, nella gioia dell'essere tua, ma remoto profonde lentezza al tempo e la notte si addentra scrosciante di non si sa quali infiniti pensieri. Alla fine guardo fuori: adoro la pioggia; confonde ogni cosa, rendendoti invisibile al tutto, come il tutto a te. Malinconica ed eterea, come me. Immanente e d'eterna, impalpabile materia, come l'amore che provo per te.
Composto giovedì 5 novembre 2009
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