Le luci di settembre
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...In mia difesa posso dire che è stata l'unica bugia che hai sentito dalle mie labbra. Anche se, probabilmente, lo hai sospettato subito.
Stamattina, mentre liberavo le reti impigliate nella scogliera, è successo un'altra volta. Per un attimo ho creduto di scorgerti sulla veranda della Casa del Capo, mentre guardavi in silenzio verso l'orizzonte, come ti piaceva fare. Quando i gabbiani si sono alzati in volo, ho visto che non c'era nessuno. Più oltre, cavalcando sulla nebbia, si ergeva Mont-Saint-Michel, come un'isola fuggitiva arenata nella marea.
A volte penso che se ne sono andati tutti in qualche luogo lontano da Baia Azzurra e che io sono rimasto intrappolato nel tempo, sperando invano che la marea purpurea di settembre mi restituisca qualcosa di più dei ricordi. Non ci fare caso. Il mare ha questa capacità; restituisce tutto dopo un po' di tempo, specialmente i ricordi.
Credo che, se conto questa, sono ormai cento le lettere che ti ho spedito all'ultimo tuo indirizzo di Parigi che sono riuscito a procurarmi. A volte mi chiedo se ne hai ricevuta qualcuna, se ti ricordi ancora di me e di quell'alba sulla Spiaggia dell'Inglese. Forse è così, o forse la vita ti ha portato lontano da qui, lontano da tutti i ricordi della guerra.
La vita era molto più semplice allora, ricordi? Cosa dico? Certo che no. Comincio a pensare che sono soltanto io, povero stupido, a vivere ancora del ricordo di ciascuno di quei giorni del 1937, quando eri ancora qui, accanto a me...
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