Mindlag
Capitolo: Episodio 1Dal sessantottesimo piano della Datacom Corp, l'elevatore impiegò 4 minuti netti per la discesa fino al seminterrato, come previsto. Per tutto il viaggio, Bog era rimasto a contemplare il fantasma grigio della sua immagine distorta nel metallo della cabina, poi, all'improvviso, senza il minimo ronzio la porta convessa si era aperta. Risvegliato bruscamente, l'impiegato Beta scattò in avanti come se fosse stato rigurgitato nel parcheggio sotterraneo, dopo essere scivolato dentro una pillola argentea giù per l'esofago del grattacielo. E adesso era lì, in quella grotta di plastocemento con largo anticipo rispetto agli altri, perché si era precipitato fuori dalla sua postazione di lavoro, ma con fare discreto, al primo lamento severo della sirena di fine turno. Ora quel suono, tanto grave quanto liberatorio, gli entrò in loop nel cervello e non se ne andava, anzi, quell'eco lo avvertiva ripetutamente che la sua giornata lavorativa era giunta al termine, come per rifarsela con i pensieri ossessivi sul tempo mancante alla fine del turno. Da un po' aveva smesso di indossare orologi, non voleva farsi beccare dalle telecamere a guardarli di continuo, o sarebbe stato segnalato ai vertici. [...]
" a rotoli vai, dico senza ironia, in pezzi andrai. "
Lo haiku gli affiorò nella mente dai meandri del suo periodo Humorpop, ma rispetto a quelli che componeva allora mancava l'ingrediente fondamentale. Era privo di allegria, non era che un freddo responso sulla sua condizione, arrivato dopo stringhe fluo di numeri e lettere.
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