Mindlag

Capitolo: Episodio 6
Il lucore color rubino del semaforo venne insidiato da una luce viola, flebile, ma era un riflesso ben visibile sul finestrino del passeggero. Si materializzò in una figura, Bog ne distinse i petali: era una rosa di luce che galleggiava nell'aria. Era elaborata, le gocce di rugiada rigavano la corolla come piccole lacrime di un bambino. Il Beta trasalì, ma tacque neanche si trovasse nel Pervernet e si scoprì a desiderare che il fiore si schiudesse, come la vagina di Domina Strix, così umida e viola.
"Apriti, fiore! Della mia dannazione sei il veleno"
Lo haiku mentale sembrava portato da un vento inesistente, lo stesso che faceva fremere i petali olografici con delicatezza: da essi, tra il ronzio dei motori, oltre il soffuso mitragliare delle demolizioni, pareva farsi largo una melodia. Quei suoni antiquati, quella malinconia nelle note sintetiche appena percettibili, avevano il sapore di un'epoca morente, di un ricordo dissolto, di un'esistenza irripetibile.

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