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...e così rendere beati anche tutti gli altri, allo stesso modo, si che fosse felice la città intera. Ma non ci dare tali consigli, perché, se ti ascoltassimo, il contadino non sarebbe più un contadino, non più vasaio il vasaio, e non ci sarebbe più nessuno che si manterrebbe in quei tipi di cui lo Stato si costituisce. Per gli altri la conseguenza di un simile disordine sarebbe sempre meno grave; se infatti dei ciabattini divengono cattivi ciabattini, si viziano e, pur non essendolo più, si spacciano per tali, niente di grave per lo Stato, ma se i custodi delle leggi e dello Stato non lo sono davvero, ma appaiono tali,, vedi bene che trascinerebbero lo Stato tutto ad una totale rovina, mentre essi soli avrebbero la possibilità di organizzarlo bene e renderlo felice... Si tratta, dunque, di vedere se dobbiamo stabilire i nostri custodi avendo questo scopo, che abbiano cioè la maggiore felicità, o, se tenendo d'occhio la città intera, sia da considerare il bene pubblico, e costringere quindi, con la forza o con la convinzione, i nostri ausiliari e custodi a divenire i migliori artefici del proprio lavoro, ed ugualmente tutti gli altri, e così quando lo Stato intero fiorirà e si governerà saggiamente, lasceremo che ogni classe si prenda quella parte di felicità che la natura concede ad ognuna.
Composto mercoledì 25 luglio 2012
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