Il freddo, il caldo, lei..
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...un po' di buona volontà per risultare un minimo civilizzati, e a lei manco a dirglielo. "Faccio come mi pare." Dice. "Vabbè" dico io.
E poi, fino a che lo faccio io lo, lo stronzo, va pure bene. Cioè, la gente è già preparata al mio status di umana superiorità, dici: "da chi vai oggi?", "da Dio", "ah, vabbè... salutamelo, e ricordagli che mi deve 10 euri". E uno si prepara, tricche e tracche si mette in ghingheri, viene da me, si fa trattare male, si fa dare la pecunia e se ne va. Ma a me, che questa intendesse calpestarmi senza alcun rispetto, chi me l'aveva detto? Io non so abituato, mica mi si può prendere alla sprovvista così, e manco le so rispondere! Rimango inebètito – lo trovo più gradevole come suono – come Giorgio quando si fissa a guardare i muri – o i piccioni, dipende se è più vitale o meno, e se ha preso il caffè -, l'espressione persa nel vuoto, la bocca aperta, rivolo di bava d'ordinanza. E questa mi insulta, mi strilla, mi umilia, ogni tanto mi colpisce, e fa pure male sa... Ma più nell'orgoglio che altro. E non lo vuole ... [segue »]
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