Scritta da: Federico
Litighiamo così spesso. A volte mi chiedo perché mai ci siamo sposati, anche se so benissimo il perché. È la solita legge degli opposti che si attraggono. Lei era incinta, e io no.
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Litighiamo così spesso. A volte mi chiedo perché mai ci siamo sposati, anche se so benissimo il perché. È la solita legge degli opposti che si attraggono. Lei era incinta, e io no.
In Irlanda, se vi chiedono di che religione siete, dite buddista.
Per non parlare di quel caso di quel missionario in Africa che ha messo incinta ventisei suore perché le sue amanti avevano tutte l'aids e non voleva più farsele.
Berlusconi... è un Re Mida al contrario: tutto quello che tocca diventa merda. Silvio, per favore, non toccare più nulla! Tocca Scajola.
Sono appena tornato da un congresso di bulimici e anoressici, è stato un disastro: i bulimici si sono mangiati gli anoressici.
Ieri sono entrato in una palestra. Mi hanno dato da compilare il materiale per l'iscrizione. Mi è venuto il fiatone.
Ratzinger ha detto: "La risposta alla modernità è Cristo". Ora, io ho 44 anni e molto modestamente ho imparato una cosa nella mia vita: se la risposta è Cristo, la domanda è sbagliata.
Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare politica (satira e teatro sono politici da sempre, anche se oggi c'è bisogno di scomodare Luciano Canfora per ricordarcelo), ma quella di ergersi a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira. È un passo che Dario Fo non ha mai fatto.
La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo segue. Grillo il problema manco se lo pone.
Pare che Ratzinger abbia pronta la sua prima enciclica contro le sirene del relativismo e del modernismo, s'intotola: "Te audire non possum, musa sapientum fixa est in aure", che significa "Non riesco a sentirti ho una banana nell'orecchio".
[Daniele Luttazzi spiega come distinguere la satira legittima da quella strumentale]
Il potere usa il ridicolo, il dileggio e lo sfottò per aumentare il conformismo generale. È una tecnica di oppressione.
Il dileggio invita la massa a prendere le distanze dalla vittima e a partecipare del divertimento sadico del violento.
Shakespeare attribuisce ai suoi cattivi (Iago, Shylock) questo humor crudele proprio per definire la loro immoralità: uno stratagemma narrativo che ritroviamo nel Joker di Batman, nelle gag da incubo di Freddy Kruger e nella comicità assassina di Hannibal Lecter.
Il potere è sovraumano in quanto disumano. Ti illude che, unendoti a lui, diventerai predatore: ecco spiegati i sondaggi sulla popolarità del premier. E tu, non ridi alle sue barzellette?
Un disagio del genere ha finalmente aperto gli occhi a Mentana. Conosco la sensazione. È come sniffare wasabi.
L'umorismo è sospensione del sentimento e può arrivare fino al cinismo; ma se sei cinico a spese di una vittima e ne prendi in giro la sofferenza, fai umorismo fascistoide, cioè eserciti una violenza.
Il punto non è se una battuta fa ridere o meno. Si ride per il meccanismo comico e l'abilità consiste nell'imparare la tecnica migliore per scatenare il riflesso della risata; ma se questa abilità ti serve a veicolare un'idea razzista, sei un razzista.
Il meccanismo di questa gag [nazista] può farvi ridere (per riflesso), se però vi compiacete della risata che suscita in voi, siete nazisti.
Occorre fare attenzione perché la regressione culturale è già oltre il livello di guardia, specie qua in Italia. Se uno ride di quella gag dei Griffin, deve porsi una domanda: quanto la mia scala di valori, in questi anni, senza che neanche me ne accorgessi, si è corrotta?
... una società libera ammette tutte le idee, anche le più trasgressive, ma non può ammettere l'idea violenta (quella razzista o fascista o nazista). L'idea violenta è già stata giudicata dalla storia. È un'idea che, quando va al potere, cancella i diritti umani e la democrazia. La trasgressione culturale dei tabù e dei pregiudizi ( "ciò che ti offende in una società libera" ), che è legittima, non puoi paragonarla a un'idea violenta quale lo scherno della vittima. È un equivoco tragico, aggravato dal fatto di venir banalizzato da un cartone animato [i Griffin].
Qualunque battuta, su qualunque argomento cui uno è sensibile, provocherà disapprovazione e non riso. Il caso dello humor cinico o noir lo dimostra; ma, ripeto, non è questo il punto.
Il punto è: se rido della violenza su una vittima reale; se mi compiaccio dello scherno su di lui; se, per dirla con la efficace sintesi di Andrea, la battuta si pone dalla parte del carnefice; la gag e la risata sono fascistoidi. E lo sono anche quando banalizzano l'atto del carnefice (scena dei Griffin).
Come si stabilisce da che parte sta la battuta? Nello stesso modo con cui è evidente che la battuta di Kraus è contro il nazismo e non a favore: quando la battuta si assume il carico del dolore, invece di banalizzarlo. La satira ha gli strumenti semantici per farlo. E lo fa.