La scienza studia e scopre meccanismi, e prescinde dai fini. Per la scienza, non esistono fini della natura, della storia e dell'uomo (sia a livello individuale che collettivo).
Viceversa l'uomo non può prescindere dai fini.
Questo deve essere sufficiente a far comprendere la natura meramente ausiliaria della scienza, che non potrà mai risolvere i problemi dell'uomo se non sarà indirizzata al fine di risolverli e non di complicarli, come purtroppo avviene.
Se scienza e tecnologia sono al servizio dei più forti e vengono usate come sofisticato mezzo di oppressione e distruzione, ciò non può purtroppo attribuirsi se non ad una scarsa evoluzione spirituale ed etica dell'umanità.
In questa ottica, si perviene ad una chiara conclusione: la necessità assoluta, e sempre più impellente, che l'uomo travalichi se stesso ed i suoi egoismi, iniziando a sperimentare una PROPRIA dimensione divina.
Questa dimensione, per sua stessa natura, per essere divina, non può che essere etica, e quindi prescindere dagli interessi e dagli egoismi individuali per inserirsi su un piano di solidarietà collettiva.
Certo, questo non è dimostrabile matematicamente, fisicamente o chimicamente; ma, come dicevo, la scienza è una sfinge muta di fronte a questi problemi. E della scienza e della tecnologia dobbiamo imparare ad essere padroni, anziché succubi e schiavi.
10 anni e 10 mesi fa
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Modificherei la dedica come segue: "Dedicato ai pochi responsabili di posizioni preminenti (politiche, aziendali, universitarie eccetera) che non fanno il loro dovere pur avendo la capacità e le competenze per farlo; giacché i più, pur essendo giunti a rivestire il ruolo in virtù di indubbie capacità arrampicatorie ed intrallazzatorie, il proprio dovere, per crassa e disarmante incompetenza, non saprebbero, poverini, come poterlo fare".
10 anni e 10 mesi fa
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(All'ignoto "buon intenditore": In realtà si parla di UN dolce Sonaggere, al maschile... Meglio tuttavia non contraddirla... stante la sfida, si rischia di perire di sciabola o di pistola..!!)
10 anni e 10 mesi fa
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Viceversa l'uomo non può prescindere dai fini.
Questo deve essere sufficiente a far comprendere la natura meramente ausiliaria della scienza, che non potrà mai risolvere i problemi dell'uomo se non sarà indirizzata al fine di risolverli e non di complicarli, come purtroppo avviene.
Se scienza e tecnologia sono al servizio dei più forti e vengono usate come sofisticato mezzo di oppressione e distruzione, ciò non può purtroppo attribuirsi se non ad una scarsa evoluzione spirituale ed etica dell'umanità.
In questa ottica, si perviene ad una chiara conclusione: la necessità assoluta, e sempre più impellente, che l'uomo travalichi se stesso ed i suoi egoismi, iniziando a sperimentare una PROPRIA dimensione divina.
Questa dimensione, per sua stessa natura, per essere divina, non può che essere etica, e quindi prescindere dagli interessi e dagli egoismi individuali per inserirsi su un piano di solidarietà collettiva.
Certo, questo non è dimostrabile matematicamente, fisicamente o chimicamente; ma, come dicevo, la scienza è una sfinge muta di fronte a questi problemi. E della scienza e della tecnologia dobbiamo imparare ad essere padroni, anziché succubi e schiavi.