Queste poesie sono una piu bella dell'altra, questa poi è semplicemente bellissima, da leggere e rileggere ancora, perchè regala sempre una nuova emozione
Il fatto che tanto per la religione quanto per la musica esistano i due aspetti "angelico" e "demoniaco" rientra nella concezione dualistica (opposti inconciliabili) sulla quale si potrebbero perdere giorni e giorni di discussione, ma non è questo il tema dell'aforisma.
Tra l'altro lei cita solo un aspetto (musica intesa come fonte di guadagno) trascurando ben più alte espressioni artistiche o spirituali e questo mi sembra abbastanza riduttivo anche in considerazione del fatto che Hiller fu un compositore e critico tedesco molto vicino ai più alti esponenti europei della musica classica e sinfonica della sua epoca.
Quindi, lasciando perdere i discorsi sugli estremi opposti e i milioni di polli che abboccano a falsi messaggi (e questo vale tanto per la musica quanto per la religione) a mio avviso ciò che l'autore voleva esprimere è questo concetto (che mi sento di condividere pienamente): mentre la religione è "intellettuale" quindi razionale, la musica non è intellettuale e permette al cuore di aprirsi, allo spirito di elevarsi al di sopra delle cose umane (e quindi anche di avvicnarsi alla divinità sia essa Dio, Allah, Buddha o altri); del resto basti pensare alla forza mistica di un canto gregoriano o alla vibrazione intensa di un suono primordiale come l'OM dei mantra tibetani che libera la mente dalla materialità instaurando quello stato chiamato "meditazione" in cui la spiritualità si esprime nella forma più pura.
In ultima analisi religione e musica sono due forme di preghiera (intesa come avvicinamento al divino) con l'unico fine di elevazione dello spirito ma se la prima è più intellettuale, l'altra priva di questo aspetto razionale (che è quello che "chiude" il cuore) è accessibile anche agli animi più semplici.
Tra l'altro lei cita solo un aspetto (musica intesa come fonte di guadagno) trascurando ben più alte espressioni artistiche o spirituali e questo mi sembra abbastanza riduttivo anche in considerazione del fatto che Hiller fu un compositore e critico tedesco molto vicino ai più alti esponenti europei della musica classica e sinfonica della sua epoca.
Quindi, lasciando perdere i discorsi sugli estremi opposti e i milioni di polli che abboccano a falsi messaggi (e questo vale tanto per la musica quanto per la religione) a mio avviso ciò che l'autore voleva esprimere è questo concetto (che mi sento di condividere pienamente): mentre la religione è "intellettuale" quindi razionale, la musica non è intellettuale e permette al cuore di aprirsi, allo spirito di elevarsi al di sopra delle cose umane (e quindi anche di avvicnarsi alla divinità sia essa Dio, Allah, Buddha o altri); del resto basti pensare alla forza mistica di un canto gregoriano o alla vibrazione intensa di un suono primordiale come l'OM dei mantra tibetani che libera la mente dalla materialità instaurando quello stato chiamato "meditazione" in cui la spiritualità si esprime nella forma più pura.
In ultima analisi religione e musica sono due forme di preghiera (intesa come avvicinamento al divino) con l'unico fine di elevazione dello spirito ma se la prima è più intellettuale, l'altra priva di questo aspetto razionale (che è quello che "chiude" il cuore) è accessibile anche agli animi più semplici.