Stai zitto tu non sai niente non è che quando stiamo insieme non ti guardo perché non mi va, sei davvero uno stupido se pensi questo. Semplicemente hai rapito le stelle alla notte e adesso tutti si sono invaghiti dei tuoi occhi dato che in essi si sono incastrate stelle cadenti. Lo so che guardandoti potrei esprimere migliaia di desideri, ma tutto quello che voglio sei tu e mi basta tenerti per mano e perdermi fra le tue braccia, non nei tuoi occhi perché mi accecheresti con quella luce che emani, tu che hai vene dove scorre musica per le mie orecchie, tu stella rara che non ti sei mai accorto di essere qui sulla terra solo per emergere.
Ero quella ragazza un po' stramba in ogni piccola cosa, quella che osservava a lungo ogni minimo dettaglio, quella che ti urlava contro "stammi lontano" e l'ora dopo "tienimi per mano". Resterò sempre quella ragazza anche quando un giorno resteremo perfetti sconosciuti, spero quel giorno sia lontano da oggi. Ma tu stai tranquillo, terrò lontano da te la mia mente, il mio corpo, la mia anima, il mio cuore da te. Non sarò di certo io ad avvicinarmi o ad allontanarmi, sarò però io a rialzarmi e a far riemergere la vecchia me quella fredda che al posto del cuore aveva il ghiaccio. Non prendertela, all'inizio potrà sembrarti uno dei soliti addii... Ti prometto che a tua insaputa, così all'improvviso rifioriremo, noi, le nostre anime e i nostri resti che fino a qualche secondo fa erano sotto le macerie. Come fiori aspetteremo con ansia la prossima primavera. Inutile continuare qualcosa che è già finito da tempo, inutile se non c'è neanche una goccia di bene capace di sovrastare l'ondata di male che tu stesso hai creato. Desidero avere la consapevolezza che semmai un altro mi sfiorasse, anche solo di striscio, anche solo per sbaglio, tu impazzisca all'idea di non avermi solo per te, al pensiero che un altro possa occupare il tuo posto, al solo pensiero che le mie labbra possano conoscere altri sapori al di fuori delle tue. Una cosa la so. Volevi possedermi il più possibile, farmi sentire tua sapendo che potevamo perderci. Vorrei poterti dire "Sono una farfalla, adesso ho trovato la mia strada e il mio essere non necessita più della tua presenza." Ma... La forza di dirti questa menzogna dove la trova? Urlai il tuo nome, Andrey fino allo sfinimento e non bastava mai, mi stufai di urlare questo nome capace di tagliarmi le ali peggio del vetro pur di fare intossicare il mio essere ancora una volta di te. Hai costretto me e quel poco che è rimasto della mia serenità mentale, mente per niente serena a puntare gli occhi in cielo cercando di trovare le coordinate del tuo volto, di noi. Col pensiero stesso unii i punti fino a formare tante piccole costellazioni. Dopo quella notte mai più urlai il tuo nome al vento, contro le mura, mura che ci hanno divisi... Da allora incisi costellazioni su ogni parte del mio corpo, affascinava ogni parte di me inciderti addosso, marchiarmi di te credo sia la forma d'arte più bella in assoluto. Adesso sono io a non volermi disintossicare, no e ancora no, non voglio curarmi ti vedo dipinto nudo sotto le vesti di un angelo all'inferno nei miei pensieri, nei miei sogni. La mia anima... Ormai è troppo tardi per salvarla un'anima in contatto col demonio, in contatto col male. Con le mie ultime forze disegno le tue labbra ai miei occhi galassie ed i tuoi occhi nebulose oscure.