Il pendente
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Il mio tempo è giunto alla fine e non avendo più neppure la forza di stringere una biro tra le dita, ho chiesto di scrivere a un'altra persona sotto mia dettatura, questa confessione. Poiché una cosa è scrivere e correggere mentre lo si fa, mentre un'altra è dettare senza la possibilità di porre rimedio agli errori, vorrete perdonarmi se incapperò in qualche ripetizione o sbaglierò qualche congiuntivo.
Anni fa il mio amico B. era inabissato di debiti. Per questo motivo dovette disfarsi di parecchi oggetti strambi, che accumulava da tutta una vita. Tra i pezzi che mise in vendita, uno in particolare mi affascinò tanto da pagarlo una cifra considerevole.
Era un rozzo pendente d'oro malamente conservato con al centro un'incisione ormai illeggibile. Vi starete chiedendo cosa mi spinse a comprarlo. Ora vi spiego. Avevo da anni affittato uno spazioso monolocale poi arredato con mobili e oggetti antichi. Alle pareti avevo appesi quadri che ritraevano celebrità sconosciute; immagini scaricate dalla rete, stampate e poi incorniciate con perizia, su telai dal design di foglie in similoro di Bologna. Il monolocale possedeva un'unica finestra, che tenevo sempre chiusa, sulla parete dietro la scrivania. Ai lati di questa penzolavano due lunghe tende nere ... [segue »]
Composto sabato 1 novembre 2014
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