Spesso permettiamo all'unica cosa che ci manca di rovinare tutto quello che abbiamo.
Composta martedì 23 giugno 2015
Spesso permettiamo all'unica cosa che ci manca di rovinare tutto quello che abbiamo.
Il guaio delle persone insignificanti è che sanno dare significato alla loro vita solo riempendola con i cavoli degli altri.
Toccami il cuore, se ne sei capace. Le tette le sanno toccare tutti.
Nella nostra società si è sviluppata una sorta di abitudine, quella di disdegnare le percezioni. Il pensiero è indissolubilmente legato alle emozioni. Unendo le due cose si ottiene un pensiero collettivo scialbo, che a sua volta crea un mercato del sentimento sempre più vario, supportato da assuefatti sempre più poveri.
A volte faceva semplicemente finta d'essere felice. Era diventata tanto abile in questa farsa che neanche lei si rendeva conto quanto avviava il meccanismo, tale da non accorgersi di far finta anche con se stessa. Si accorgeva bene, invece, quando il meccanismo cessava. Accadeva alla fine della giornata, quando rincasava e guardava attorno tutte le sue cose immobili, fisse, mentre in lei tutto tornava in movimento o, meglio, il movimento scopriva le fratture, i tentennamenti. Le cose che aveva dentro erano differenti da quelle fuori, era tutta rotta all'interno al punto che nemmeno un milione di risate avrebbero potuto ripulirla da quelle macerie.
Quando odiare è un abitudine, la solitudine diventa di routine.
La noia è il totale abbandono nell'abitudine.
Siamo responsabili delle nostre parole, non delle interpretazioni che gli altri ne danno.
Non sei tu diverso da tutti gli altri, è che nessuno sarà mai uguale a te.
La mente è micidiale, ti fa dire cose che il cuore non sente più, e lo fa solo abitudine.