Dario, partendo dal presupposto che l’amore è un sentimento, personalmente parlando, credo che quando questo sentimento è forte ci si sente forti, non si è mai privi di speranza ed anche di fronte agli eventi più brutti si va avanti perché spinti da un credere fermamente in quell’amore senza riuscire a darne un perché e che proprio per la sua potenza, come dice Andral, può condurre all'essere infelici. La visione di Dana è bellissima perché è il prerequisito per poter amare con estrema serenità una pianta così come amare un’altra persona. Precisando che concettualmente non riesco ad immaginare l’amare se stessi come sentimento, ma come sinonimo di rispetto di se stessi, rispettarsi e farsi rispettare, essere se stessi. Ed è forse proprio in questi termini che corrisponde ad un dovere. Ma non credo basti. Perché se dovessi scegliere fra l’amare me stessa (cosa che, ripeto, non reputo potrebbe mai tradursi per definizione in un sentimento, se non appunto in casi “patologici”) ed il credere ciecamente di amare pur ciecamente non amandomi, con tutta la forza derivante da tale convinzione, sceglierei infinitamente quest’ultima.
Per il resto il “provare” è in senso quasi beffardo perché spesso, quando non si è felici, l’unica cosa di cui si ha voglia è proprio tutto ciò che non concerne l’amare. E così com’è vero che l’amore capita (ci si ritrova cioè, senza averlo deciso, ad amare), l’amore comporta delle decisioni.
*****5 stelle a te! poche parole semplici,efficaci....a qualsiasi età in qualsiasi frangente della vita.....amare vuol dire anche "curare": fare una carezza disinteressata a chi ne ha bisogno.......dare acqua a quella pianta che sta morendo e vederla rifiorire.....fare un sorriso senza senso ad uno sconosciuto. "Piccole" cose che possono farci star bene.
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