T'ho scorto sotto la luce d'un lampione stanco, riconosciuto il tuo viso tra centinaia di corpi anonimi, seguito il profilo dei tuoi fianchi tra le pieghe d'un letto disfatto, udito il mio nome nel frastuono del tuo tempo. Ogni volta che t'ho inventato è il seme di ciò che sono diventato, perché tu non c'eri ancora, ma in me esistevi già.
Composta venerdì 25 marzo 2016
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