Scritta da: AngeloDelMale
in Frasi & Aforismi (Amore)
Amo il tuo viso e hai degli occhi con cui farei l'amore.
Composta lunedì 16 novembre 2015
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Amo il tuo viso e hai degli occhi con cui farei l'amore.
Come una pianta al buio si muove per cercare disperatamente il sole, perché ha bisogno della sua luce per effettuare i suoi processi fotosintetici, io, allo stesso modo, immersa nella totale oscurità dei miei pensieri, mi attaccai drasticamente a lui, la mia fonte di luce, di energia termica, l'essenza che alimentava i miei processi vitali, e, per un attimo, il mio mondo iniziava a ricostruirsi, a sentirti protetto.
Era arrivato insieme alla neve, come quei fiocchi che scesero dolcemente su di me appena uscì di casa, all'improvviso, creando uno spettacolo puramente magico intorno, dopo anni e anni di attesa, come quando non credi più a niente e tutto diventa una maledetta occasione utopica. Fino a quando, come un dono che il destino decide di farti, quel piccolo e freddo fiocco di neve ti cade sulle mani e ti incendia il cuore.
Pensaci, con me è nato il mondo e con me finisce, i tuoi occhi si spegneranno nei miei, li porterò dove il tempo non ha passato né futuro, dove aspettare non ha senso. Pensaci, io sarò dove inutile è perfino il pianto, amore ed odio fermi a guardarsi.
Tenerezza. Ecco che si cerca a volte, semplicemente tenerezza. Sapeva bene cosa fosse la passione, ma con la tenerezza aveva meno dimestichezza. Era abituata a quel desiderio fugace, molto meno a due mani che non si spingevano oltre. Proprio per questo ne conosceva il valore. Di sguardi languidi e di mani lunghe ne è pieno il mondo, e tutti più o meno, e più o meno bene, riuscivano in questo. Ma ogni sguardo come un altro, ogni mano come un'altra. Ma nella tenerezza? Chi riusciva nella tenerezza?
L'amore, sentimento che ti fa volare con i piedi per terra, che ti fa sognare ad occhi aperti, che ti fa inciampare nelle strane occasioni della vita.
L'amavo per il semplice fatto che avevo rimosso l'idea stessa dell'amore. L'amavo perché non dovevo più destreggiarmi su una fune infinita cercando di non cadere in un baratro che forse non era mai esistito, aveva preso quel sottile filo e lo aveva agganciato lì, sugli angoli nascosti delle mie labbra, le tirava dolcemente all'insù e disegnava un sorriso sul mio volto.
Tu mi ricordi i temporali primaverili. Quelli che ti colgono sempre alla sprovvista; quelli che mandano all'aria ogni tuo piano e scompaiono cullati dalle foglie nel vento. Si arrendono essi stessi alla tempesta che portano dentro. Scatenando, a loro volta, una tempesta nei pensieri di qualcun altro.
Stretta tra le braccia di chi non credevo mi avrebbe mai dato così tanto, ferma e immobile in quella fusione di respiri lenti e interrotti, ad aspettare di vedere la fine di quello che pensavo non sarebbe mai potuto succedere, chiudendo gli occhi di cui non mi fidavo più e stringendo quelle calde mani intorno a me, ero consapevole che anche se non lo volevo, anche se lo respingevo, tutto quello, era amore.
La scoperta della fragilità di un'emozione, pensieri puri e sinceri che hanno il privilegio di volare lontano, ma non trovano la giusta direzione, e allora si susseguono attimi di esitazione, attimi di confusione, attimi di smarrimento, l'assurdo ma sensato timore di incontrare sguardi simili al nostro. Perché a volte bisogna attraversare la paura per arrivare a pronunciare la parola amore.