Scritta da: Luisa Marcangeli
Lo scienziato trova la sua ricompensa in ciò che Henri Poincarè chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte.
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Lo scienziato trova la sua ricompensa in ciò che Henri Poincarè chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte.
La mia religione consiste di un'umile ammirazione per l'illimitato spirito superiore che rivela se stesso nei leggeri dettagli che siamo capaci di percepire con la nostra mente gracile e debole.
Talvolta uno paga di più le cose che ha avuto gratis.
Chi ha da fare non ha tempo per le lacrime.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione; attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione; sino a includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza.
La conoscenza di ciò che è non apre direttamente la porta alla conoscenza di ciò che dovrebbe essere. Si può avere la conoscenza più chiara e più completa di ciò che è, e tuttavia non riuscire a dedurre da questa quale dovrebbe essere la meta delle nostre aspirazioni umane. La conoscenza obiettiva ci fornisce strumenti potenti per la conquista di certe mete, ma il fine ultimo e il desiderio di raggiungerlo devono nascere da un'altra fonte.
Mi fa arrabbiare come nient'altro l'insieme di dicerie che girano sul mio conto. Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l'uomo per il suo operato.
Vivo in quella solitudine che è penosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità.
Se vuoi scoprire qualcosa riguardo al metodo che adottano i fisici teorici, ti suggerisco di attenerti a un principio: non ascoltare quello che dicono e concentrati su quello che fanno.
Più la teoria dei quanti ha successo, più sembra una sciocchezza.