Mi hai insegnato che una mano è la miglior roccia dove uno può sostenersi, e che vivere senza amore non è vivere ma morire lentamente. Mi hai insegnato che non devo scendere le stelle del cielo, perché dentro ogni donna esiste un intero universo. Mi hai insegnato che non è brutto piangere se il cuore è stanco. Mi hai insegnato il significato di donarsi completamente, e che l'amore non è reale se non ha i suoi difetti. Mi hai insegnato infine che con una carezza si può salvare una vita.
E pensare che tanto amore lo ha spaventato. Com'è che lo ha chiamato? Ah, sì... "pressione". Ma nella realtà, era paura. Lui non amava, come amavo io, ed è normale aver paura di ciò che non si conosce.
Continuo ad avere la strana abitudine di aprirmi le ferite, non so se perché ti amo ancora, o perché amo impazzire di dolore mentre la nostalgia mi tormenta.
Amo quei silenzi dove mi cerchi con il tuo sguardo per sussurrarmi quanto mi ami. Amo perdermi tra le tue labbra e sentire come il cielo smette di esistere. Amo che i nostri abbracci siano eterni fino a quando il sussulto della realtà ci avverte che non è più un sogno.
Non temere il cambiamento, non aver paura di rischiare. Ricorda che la natura ci insegna che le foglie che muoiono in autunno, rinascono più forti in primavera.