Avevo quattordici anni quando i miei genitori mi proposero di vedere uno psicologo il lunedì dopo la scuola. Non fu difficile convincermi; non appena mi dissero che avrei potuto fare tutte le domande che volevo e che quella persona era abbastanza qualificata da rispondere, ero praticamente già lì.
Il giorno del suo compleanno, Holly si mise davanti allo specchio grande e si esaminò. Aveva eseguito gli ordini di Gerry e si era comprata un vestito nuovo. Non sapeva perché, ma ogni giorno doveva trattenersi più volte dall'aprire la busta del mese di maggio. Mancavano ancora due giorni, e non riusciva a pensare praticamente ad altro.
Sdraiata a letto, Holly accendeva e spegneva la nuova lampada sorridendo come una stupida. Lei e Sharon erano andate da Bed Knobs e Broomsticks a Malahide, e alla fine avevano optato per una lampada di legno intagliato, con un paralume color crema che s'intonava con i colori della stanza da letto. Ovviamente, per non rompere la tradizione, avevano scelto la più ridicolmente costosa. E anche se Gerry non era lì con lei mentre la comprava, per lei era stato come sceglierla insieme.
Senza respirare, con le lacrime agli occhi e il cuore martellante Holly lesse il messaggio, conscia per tutto il tempo che chi glielo aveva scritto non avrebbe mai più potuto spedirgliene un altro. Accarezzò con le dita la calligrafia di Gerry, sapendo che era stato l'ultimo a toccare quella pagina.
Holly iniziò la giornata di venerdì alla grande, alzandosi presto. Ma per quanto si fosse coricata piena di ottimismo, eccitata dalle nuove prospettive, venne di nuovo colpita dalla dura realtà del calvario che ancora l'aspettava. Si era svegliata ancora una volta in un letto vuoto e in una casa silenziosa, ma aveva fatto un piccolo passo avanti: per la prima volta dopo più di un mese, non aveva avuto bisogno del trillo del telefono. Come ogni mattina, riabituò la mente al fatto che il sogno di lei e Gerry insieme, con il quale aveva giocato in quelle ultime dieci ore, era solo questo: un sogno.
"Quelli sono dei biscotti da mangiare con il tè. Jammie Dodgers, i tuoi preferiti." "Oh Sharon, grazie! Sei tanto carina con me e io sono stata una così pessima amica! Non so come farei senza di te. Grazie." "Sono la tua migliore amica, Hol. Se non ti aiuto io, chi può farlo?"
Holly camminava in un campo di gigli tigrati. Soffiava un vento leggero; a ogni passo nell'erba alta e brillante i petali setosi le solleticavano la punta delle dita. Il terreno sotto i piedi nudi era soffice, elastico, e il suo corpo sembrava quasi fluttuare sopra la terra spugnosa. Tutto attorno, gli uccelli indaffarati fischiettavano allegramente le loro canzoni. Il sole nel cielo terso era così luminoso che Holly doveva schermarsi gli occhi, e a ogni folata il profumo dolce dei fiori le riempiva le narici.
"Gerry, spegni la luce!" Holly rise, guardando Gerry che ballava per la stanza esibendosi in uno strip-tease. Si stava slacciando i bottoni della camicia bianca. Inarcò maliziosamente un sopracciglio e lasciò scivolare la camicia giù dalle spalle, quindi la prese con una mano e se la fece roteare sopra la testa.