Scritta da: Lady R.
in Frasi & Aforismi (Libri)
Che sollievo. Il sollievo dell'armatura che scopre dentro di sé un cavaliere ancora vivo.
dal libro "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman
Che sollievo. Il sollievo dell'armatura che scopre dentro di sé un cavaliere ancora vivo.
Sai, a volte, mentre ti scrivo, provo una strana sensazione, totalmente fisica, come se prima di poterti parlare fossi costretto a vedere le parole che mi abbandonano in una lunga fila per giungere fino a te, per consegnarsi nelle tue mani.
Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
A volte tocchi contemporaneamente il punto dove provo dolore e piacere.
"Eccomi qui, davanti a te" hai scritto.
Si.
Sai, a volte sono un po' lento a capire. A una prima lettura ho pensato che mi stessi offrendo i tuoi abiti per nascondere la mia nudità. Ma un'idea del genere non ti si addice, al contrario. Poi mi è sembrato un gesto di seduzione, originale, bizzarro, un po' ridicolo, e goffo: uno strip-tease verbale. E a poco a poco il tono della tua voce è cambiato.
Ecco una nudità, dici (o perlomeno, così lo interpreto ora), che non è come un coltello e non è come una ferita. Una nudità svelata e vulnerabile, un po' imbarazzata e pietosa. Esattamente come la tua. Guarda, dici, è un po' timorosa e cerca di celare i suoi difetti con tanti piccoli trucchi, a cui però è disposta a rinunciare, per chi vorrà guardarla con occhi indulgenti.
E fa uso di abiti (dici così?), di camicie, vestiti, reggiseni, cinture, così come gli esseri umani usano le parole, le "loro". Ma tu vieni, tocca, senti; è una nudità che può anche guarire.
Ma dentro di me esisti in un modo che mi atterrisce.
Per un po' forse continuerò ad urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà.
Ma a dire il vero ho parlato solo di te, cos'ho visto in te, e non sono capace di lasciarti andare senza che tu sappia cos'è successo a me in quei momenti.
Ma io ero ancora libero, cioè libero di sbagliare.
E la cosa incredibile è che ho visto come fuggivi senza muoverti dal tuo posto, sfruttando quella momentanea distrazione per sparire.