Ero eccitato, come un neonato quando cerca di afferrare le farfalline che girano sopra il suo lettino.
dal libro "Il giorno in più" di Fabio Volo
Ero eccitato, come un neonato quando cerca di afferrare le farfalline che girano sopra il suo lettino.
Erano due solitudini che si desideravano, ma non sapevano rompere ciò che le divideva.
Lei aveva già capito tutto, per questo il sorriso con cui lo salutò era di quelli che nascono e muoiono sulle labbra prima ancora di aprirsi.
Con il passare degli anni è sicuramente meno faticoso sopportare il silenzio che un discorso che non interessa più.
Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: la non voglia di sognare ancora.
Ho imparato a trovare dentro di me le misure e le ragioni del mio vivere. Ho capito che devo volere ciò che sarò, non posso più vivere per compiacere qualcuno, obbligandomi ad essere quella che non sono.
Tu non devi pensare a quel che provi per me, devi pensare se ti piace come ragiono, come vivo, come mi comporto, e soprattutto in cosa credo.
Michela era ovunque, nelle briciole di pane schiacciate a tavola dopo cena, dentro il secondo silenzioso, dopo una risata, nel giro lento della ruota della bicicletta quando la portavo in spalle su per le scale, Michela era un pensiero erotico mentre bevevo il caffè.
La mia vita era piena di segni. Ogni giorno. Su quelle note ho deciso che sarei andato a prendermi quel pezzo di vita interrotta.
Non è un uomo e come tutti i non uomini, finge di non vedere.