Scritta da: Giacomo Favaron
C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.
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C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.
Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente...
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.
Benedetto Croce diceva che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. Allora, io mi sono rifugiato prudentemente nella canzone che, in quanto forma d'arte mista, mi consente scappatoie non indifferenti, là dove manca l'esuberanza creativa.
Se dalla mia carne, già corrosa,
dove il mio cuore ha battuto il tempo,
dovesse nascere un giorno una rosa
la dò alla donna che mi offrì il suo pianto.
Per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore.
Per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore.
Se fossi stato al vostro posto, ma al vostro posto non ci so stare...
Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?
Come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose.
Venne alla spiaggia un assassino, due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura, eran gli specchi di un avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane, ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino, ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno, non si guardò
neppure intorno, ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
Capii di aver trovato la persona che poteva condividere le mie vette senza inorridire dei miei abissi.