Scritta da: Federica
Aiutare una persona ingrata per poi aspettarsi riconoscenza, è come pretendere di insegnare a qualcuno a nuotare all'interno di una pozzanghera.
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Aiutare una persona ingrata per poi aspettarsi riconoscenza, è come pretendere di insegnare a qualcuno a nuotare all'interno di una pozzanghera.
È un vestito grigio che si trascina tra le strade ricopre con la sua ombra ogni emozione soffocandone il respiro. Risiede nell'anima di chi l'ha conosciuta, e li e non vuole andare più via. Soffoca i sentimenti di chi cerca di esternarne, e non può trovare amore, perché lei stessa non ne possiede. E ora giace li, nel proprio cuore. Incurante di nessun altro all'infuori di se stesso. Questa è l'indifferenza.
La gioia, come il dolore lasciano un impronta. È sono i luoghi, che nella mente ti fanno rivivere persone che ormai non ci sono più.
Non siamo altro che prigionieri delle nostre abitudini.
In un mondo di ipocriti, il problema di dire sempre la verità, è che ti farà avere più nemici, che amici.
È strana la vita. Aspettiamo di innamorarci, aspettiamo che qualcuno si innamori di noi. Passiamo le giornate ad aspettare qualcosa, o qualcuno. Come se la felicità fosse lì, dall'altra parte. E aspetti che ella ti raggiunga. La osservi vicina. E se ti pare ti stringerla, lei scivola via.
Ciò che temo non è rimettere insieme i pezzi di un cuore infranto, quanto riuscire a provare emozioni, dopo averlo fatto.
L'indifferenza resta l'unica risposta da dare a chi di risposte non merita.
Troviamo conforto nelle parole di un passato, che ormai non ci conforta più.
Osservo il presente come se fossi una spettatrice. Dall'esterno osservo la mia vita, ed è come se non ne facessi parte.