Scritta da: Paul Mehis
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
dal libro "Il poeta è un fingitore" di Antonio Tabucchi
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
Noi non ci realizziamo mai. Siamo due abissi: un pozzo che fissa il Cielo.
Credo che il profondo sentimento che sempre mi accompagna di incongruenza rispetto agli altri, sia dovuto al fatto che di norma le persone pensano attraverso la sensibilità, mentre io sento attraverso l'intelletto.
Essere poeta non è una mia ambizione.
È la mia maniera di stare solo.
All'improvviso oggi ho dentro una sensazione assurda e giusta. Ho capito, con una illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno.
C'è, tra me e il mondo, una nebbia che mi impedisce di vedere le cose come veramente sono - come sono per gli altri.
Alcuni hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno.
Altri non hanno nella vita nessun sogno, mancano anche a quel sogno.
Nuvole... Esisto senza che io lo sappia e morirò senza che io lo voglia. Sono l'intervallo tra ciò che sono e ciò che non sono, fra quanto sogno di essere e quanto la mia vita mi ha fatto essere, la media astratta e carnale fra cose che non sono niente, più il niente di me stesso. Nuvole... Che inquietudine se sento, che disagio se penso, che inutilità se voglio!
Oh, notte dove le stelle mentiscono la luce, notte, unica cosa della dimensione dell'universo, fammi diventare, corpo e anima, parte del tuo corpo, fa che io mi perda nel fatto di essere mera tenebra e diventi notte anch'io, senza sogni che siano stelle in me né sole aspettato che risplenda dal futuro.
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.