A che serve parlare del passato? M'importa solo l'avvenire, e non mi sento ancora capace di guardarlo in faccia.
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A che serve parlare del passato? M'importa solo l'avvenire, e non mi sento ancora capace di guardarlo in faccia.
L'inferno è non amare più.
Con Dio non si mercanteggia: occorre arrendersi a Lui senza condizioni.
Quel poco che ho fatto in questo mondo m'è sempre apparso in principio inutile, inutile sino al ridicolo, inutile sino al disgusto. Il demone del mio cuore si chiama "a che pro?"
Lo stato moderno non ha più nient'altro che diritti: non riconosce più i doveri.
Il desiderio di pregare è una preghiera stessa.
Nostro Signore, sposando la povertà, ha talmente elevato il povero in dignità che non si potrà più farlo scendere dal suo piedistallo. Gli ha dato un antenato. E quale antenato.
Una delle più incomprensibili disgrazie dell'uomo è che egli debba confidare ciò che ha di più prezioso a qualcosa di così instabile, di così plastico, ahimè, come la parola.
La purezza non ci è prescritta come un castigo, è invece una delle condizioni misteriose ma evidenti di quella conoscenza soprannaturale di se stessi e del mondo che si chiama fede.
Il capo non sarà giudicato dalle sue intenzioni: avendo assunto l'incarico, rimane responsabile dei risultati.