L'appartenersi. Da che cosa dipende. Dall'amore. Dalla speranza di credere in qualcosa di vero e assoluto. O nella paura della solitudine. Il reale "appartenersi", è così intimo, da renderlo un fatto fugace, effimero. Come invece, è una folgorazione quando il sentirlo, è così presente. Scambiarsi l'anima, e non sentire nessuna differenza.
Se il Signore, volesse qualcosa da me. Inghiottirmi in un profondo oceano, alla ricerca della perla più pura. In un nulla silenzioso, per circondarmi di in inestimabile "tutto". In un "sempre" ambizioso, per arrivare al giorno in più. Per apprezzare la gioia di vivere. Come in una magia.
Nella propria vita, come nella vita di ognuno, basta un attimo per cambiare destinazione, per essere felici, per avere una terribile disgrazia. Ma affinché tutto, possa essere metabolizzato, dobbiamo avere una travolgente speranza.
Non si può tornare indietro. Nei ricordi, dove tutto era così puro. Dove tutto aveva un colore diverso, così reale, che quasi era lecito il realizzarsi dei sogni. E bastava guardare la pioggia cadere, per pensare che qualcosa di Divino, facesse dissetare il mondo. Si, sognare. Nel vedere un sorriso e suscitare dentro il cuore l'Amore. Irripetibile. Come tornare indietro. Non si può tornare indietro. Ma se guardo ora il cielo, con il sole che mi riscalda, ricorderò tra qualche tempo, il tuo viso che mi guarda, vicino a me. E sarà l'immagine più pura che avrò.
Se cerchiamo la felicità, è perché crediamo di meritare una vita migliore. Ma il vivere, impara ben presto, che l'autentico stato di benessere, ti investe e ti inonda. E non si cerca. È uno stato mentale. Non solo le situazioni o gli affetti, gli Amori ti rendono felice. Ne devi essere predisposto. La felicità, è anche un piccolo dettaglio intorno a noi, oppure piccole emozioni ricevute da chi si ama. Basta conoscere il sentire. Quando si è felici, non domandiamoci mai il perché, ma sorridiamo al mondo e un poco di felicità, sarà regalata a chi ne ha bisogno.
Una volta, tempo fa, dicesti che i miei occhi erano lucenti e che ti "parlavano". Se hanno parlato, significa che solo per te hanno il dono della parola e ti parleranno ancora.
D'istinto alzai gli occhi. Lei era lì, bella ed inafferrabile. Incontrai il suo sguardo e le stelle cominciarono a scendere accanto a me. In silenzio, mille parole furono dette ed i cuori si ascoltarono. Lentamente mi avvicinai a lei, accorgendomi che stavo lasciando dietro tutto il mio mondo. Dimenticando, tutto ciò che era stato. Le fui vicino, ed i suoi occhi erano di cielo. Le dissi: "ciao, sono un narratore italiano".