Pochi riescono ad inventare un percorso amico. Un destino proprio. Come credere nell'amore. Quello per sempre. Prova a fare parte di te, da troppo ne sei lontano. E se passi attraverso la tua vita, è una inesorabile mutazione. Difficile ritrovarsi.
Molto, per ignorare il ricordo. Come un albero dalle radici secolari. La completezza del passato e la necessità di mettere in pausa quello che ho vissuto, per immaginare quello che vivrò. Voglio solo un'abitudine. Quotidiana.
Sono andato nel recinto dei miei pensieri. È un'altra notte senza te, nell'apparire del giorno. Sembra così interminabile il tempo del tuo venire, che il dolore si scioglie. Mi sorreggo, sentendomi così fragile ed indifeso. È accettabile il tuo andar via, inaccettabile il sentirmi precipitare senza te.
Istanti di memoria, nel disordine di una mente avida. I pensieri si intrecciano con i colori del sogno. Con un vuoto che viene colmato da una gioia malinconicamente struggente. La vaghezza del tuo viso, ormai dalle forme sfuggenti, una bellezza quasi irreale. Si dirama il mio sollievo, nell'affermare la vigoria di tristi notti, allontanarsi dal mio fardello, abituale Amico. Vedo una grande, ideale, distesa verde davanti a me. Placa la mia tempesta e in quest'alba grigia, un sorriso si affaccia.
I baci. Alcuni, ti imprigionano. Sono baci chiusi nello scrigno della mente, nel forziere del cuore. Non ne escono. Soli, non si può stare più. E ti assale il bisogno di perdersi nuovamente.
Il suono dolce di un pianoforte, melodia lontana di un momento oscuro che risale alla mente. Il ricordo di un attimo che si è liberato nel tempo. Il mio rincorrere le stelle, utopia raggiungibile. La gioia di avere afferrato la più luminosa. E sapere che ne sarò illuminato per sempre.