Scritta da: Giuseppe Catalfamo
V'è infinitamente più carità delle anime e fede nel mio non credere che in tutti i gesti e le parole che sciorinate nei vostri templi che trasudano sangue.
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V'è infinitamente più carità delle anime e fede nel mio non credere che in tutti i gesti e le parole che sciorinate nei vostri templi che trasudano sangue.
Aver paura del tuono è come aver paura della morte.
Non può servire ed è fondamentalmente inutile.
Udito il fragore il fulmine non può più far nulla.
Mi piace far uso di sostanze stupefacenti.
Per farlo però bisogna esser vivo.
Quindi smetto!
Due cose invidio alle donne.
Il dono della maternità.
Il poter esser lesbiche.
Non ho paura d'aver paura, essa è l'istinto d'un cervello pensante, ho paura della giustizia, nel suo nome si emettono sentenze omicide.
Le donne danzano, gli uomini "tarantellano".
A volte la poca conoscenza della lingua può portare seri problemi.
Andò dal medico esternando il problema che l'affliggeva da tempo, disse che viveva l'ossessione d'esser spiato, osservato, guardato ovunque, sino al punto d'aver paura d'uscire di casa, dove comunque pensava d'esser controllato e visto ugualmente.
Il medico rispose che si trattava di problema risolvibile, comunque gli diagnosticò una grave forma di scopofobia.
In breve diventò anche misogino.
Al nepotismo impastato a meritocrazia, che inevitabilmente conduce a oligarchia, preferisco l'oscuro potere delle lobby.
Praticamente la lobotomia.
Dio perdona. Io di più.
Per esempio mi son battuto per il parto indolore.
Al tempo in cui i "grandi" m'intimorivano con l'uomo nero, pensavo che il tonno fosse un pesce rotondo e senza occhi.
Oggi che sono "grande" so che faccio parte dei tonni che hanno occhi solo per piangere, che il timore che ce lo faccia rotondo non dev'esser riposto nell'uomo nero, ma in quello basso.