Scritta da: Elisabetta
In ogni gioia c'è questo di splendido, che arriva immeritata e che non si può mai comperare.
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In ogni gioia c'è questo di splendido, che arriva immeritata e che non si può mai comperare.
Si ha paura di mille cose, dei dolori, dei giudizi, del proprio cuore, del risveglio, della solitudine, del freddo, della pazzia, della morte... specie di questa, della morte. Ma tutto ciò è maschera e travestimento.
In realtà c'è una cosa sola della quale si ha paura: del lasciarsi cadere, del passo incerto, del breve passo sopra tutte le assicurazioni esistenti. E chi una volta sola si è donato, chi una volta sola si è affidato alla sorte, questi è libero. Egli non obbedisce più alla legge terrena, è caduto nella spazio universale e partecipa alla ridda delle stelle.
L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé. Allora non è più trascinato, ma trascina.
Tu sei un sapiente Siddharta; ebbene, impara anche questo: "L'amore si può mendicare, comprare, regalare, si può trovarlo per caso sulla strada, ma non si può estorcere".
(tratto da "Siddharta")
Chi possiede coraggio e carattere, è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino.
Ciò che rende l'esistenza preziosa sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità.
Tutto ciò che si fa contro il proprio sentire e contro la propria coscienza interiore per amore di altri, non è buono e prima o poi si paga caro.
Per gli uomini non esiste nessunissimo dovere, tranne uno:
cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a
tentativi per la propria via ovunque essa conduca.
Vincitore è sempre chi sa amare, soffrire e perdonare.
Così selvaggia e insaziabile è la vera voglia di viaggiare, lo stimolo di conoscere e di sperimentare cose nuove, che nessuna conoscenza e nessuna esperienza riescono a saziare. Uno stimolo che è più forte di noi e di tutte le catene, che vuole sempre più sacrifici da chi ne è dominato. [...]
Quando la terra chiama, quando ai vagabondi giunge il richiamo del ritorno e per noi irrequieti si delinea il luogo del riposo, allora alla fine non sarà un congedo, una timida resa, ma piuttosto un assaporare, grati e assetati, la più profonda delle esperienze.