Scritta da: Staff PensieriParole
Pubblicata prima del 01/06/2004
Il destino é un'invenzione dei vigliacchi e dei rassegnati.
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Il destino é un'invenzione dei vigliacchi e dei rassegnati.
Mi piacerebbe di essere sepolto così, ai piedi del vecchio campanile di San Berardo, a Pescina, con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino in lontananza.
In quell'istante sentii inondarmi di una gioia immensa, sconosciuta. Era una specie di estasi. Ogni senso di incertezza o di paura mi abbandonò. Sai dirmi che accade all'anima in quei momenti? D'un tratto il mondo intero ha un altro aspetto. Se avessi visto dei cavalli volare, ciò non mi avrebbe minimamente sorpreso. [...] È sempre così l'amore? Mio Dio, mio Dio, non riconoscevo più la creazione. Sentivo il cielo nel cuore. Era come se dalla testa mi sprizzassero centinaia di stelle. La felicità era penetrata nel mio essere e vi aveva suscitato una luce che ignoravo. Tutta la terra girava attorno a noi due come una trottola.
Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata.
La libertà... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di sperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica.
Mi da fastidio stare con gente che dice di attendere la vita nuova con la stessa noia con cui si attende il tram.
A udire questi due nomi, San Benedetto, San Francesco, uno sente piegarsi le ginocchia. I fondatori sono di solito delle aquile, i seguaci delle galline.