Scritta da: Elisabetta
La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
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La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
Tutto il sapere è in Dio. Ma il sapere di Dio è come un fiume d'acqua che corre verso il mare, è Dio la fonte, gli uomini l'oceano, non valeva la pena di aver creato tanto universo se non dovesse essere così.
Siamo in guerra ed è una guerra di accerchiamento, ognuno di noi assedia l'altro ed è assediato, vogliamo abbattere le mura dell'altro e mantenere le nostre. L'amore verrà quando non ci saranno più barriere, l'amore è la fine dell'assedio.
È vero che le cicale cantano, ma è un canto che viene da un altro mondo, è lo stridore dell'invisibile sega che sta tagliando le fondamenta di questo.
Quanto alla leggerezza del fardello, così dovrebbe essere ogni volta che uomo e donna portano con sé ciò che hanno, e che ciascuno di loro si porti dentro l'altro, per non dover ritornare sui loro passi, è sempre tempo perduto e basta.
Il mistero della scrittura è che in essa non c'è alcun mistero.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.
Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni.
I viaggiatori possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.
Si dice che il male non regge a lungo, anche se, per la fatica che si porta dietro, a volte sembra di si, ma quello su cui non c'è dubbio è che il bene non dura per sempre.