Con le unghie scriveva sul cuore Soffiava parole che spargeva nel vento Arpeggiava sogni e li musicava d'amore Il troppo pulsare sfianca le vene s'abbatte accasciato stremato ferito, aspetta che cambi qualcosa nel vento, o che il sole ben presto ritorni a scaldare.
La Poesia mi intercala in un inferno solo mio, da cui un eco mi chiama afferrandomi alla gola, ed io non so resistergli, una calamita che m'incolla, la mia eucarestia, il mio sincero Pane. Dannato per il troppo desiderio di scoprire i segreti che solo io so scovare. Donare a gli altri senza remore, con devozione, appassionatamente, febbrilmente. Seduttore di sintesi poetiche, bramo il rimescolar di note rimate, consumate, affusolate, mentre attendo a mani aperte la neve cadere giù. Erpici che scavano, martellandomi la mente, mi distruggono la linfa e resto dissanguato, ma le poesie vivono. La scrittura poetica è una lucente bellezza che sconfigge l'oscurità, riscattando il buio, squarciando la morte che non copre mai nessuna rima. Impasta il sole al sale creando un mare di sapori e di saperi, cambia i venti Priva di ipocrisia, è come il fiore del deserto che profuma la valle pur non essendoci nessuno ad odorare il suo immenso aroma. Umile, come il mare, che pur sapendo di essere il padrone del tempo e dello spazio, dona la sua maestosità e il suo infrangersi incessante a tutti. Fa pensare e fa penare, brucia le parole insensate, che gli uomini, a fiumi versano senza pesare. È un canto che in ogni luogo ed ora recita il rosario della vita. Senza una ragione, la poesia aggroviglia la materia, provocando burrasche di sentimenti; come il gracidare delle rane che per amore si sgolano notti intere. Lo stillare d'una pioggia che batte e leviga i cuori in tempesta, addolcisce le ferite, scavate lungo gli argini del tempo. Cosa sarebbe il mondo intero senza una leggera piuma di poesia? Sterile Madre Terra offende l'uomo che triste s'incammina su selciati senza sogni, giunge una poesia e tutto si colora. Voglio andare là, a riempire il vuoto lasciato dalla mancanza di poesia, frantumando i tanti solitari vagabondi, e portare il canto dove non c'è parola vera.
Viviamo in un mondo sporco di troppa scrittura di scadente livello qualitativo, artistico, strutturale, di forma e di pensiero; il lettore viene massacrato dalla scrittura spazzatura. Il problema è che la poesia viene sepolta e nessuno la legge.
La poesia vive nella profondità e nella sensibilità, nel silenzio e nel sentire, nei sussurri dell'anima e nei respiri affannati per le angosce del mondo. Nella poesia non risiede la biografia di un poeta; sicuramente la sua vita esprime il carattere dei versi, ma dal poeta riceve sussurri silenti senza però esserne la fotocopia. La parola è potente quando viene dall'anima, ma da sola non vale niente. Servono delle regole affinché acquisisca funzione poetica. Precise regole acustiche, ritmiche, formali, metriche. Oltre a bellezza, capacità evocativa e suggestione. In più, allitterazione, omofonia, rima; in poche parole "pathos".
Il poeta aspira la vita del mondo nel suo cuore, la trattiene il tempo necessario fino a che, quando la espelle ne esce una poesia.
Voglio volare senza limiti, libero come le rondini e durante il volo, parliamo, per non sentirci soli, parlami senza voce, è la mia anima che t'ascolta e fonde in una divina armonia.
La speranza è un aquila che vola bassa in cerca di carne, brama per non dover morire; quando però colpisce la preda strappandole il cuore, vuol dire, allora, che la speranza muore e con essa la carne che diventa preda.