La buona fede in Dio non la si vede dalle volte in cui andiamo in Chiesa, oppure dal numero delle preghiere quotidiane che facciamo. Una buona fede la si riconosce dalla capacità che abbiamo di avvicinarci agli altri con un cuore sincero.
Solo quando con coraggio si decide di non abbassare la testa di fronte a situazioni ingiuste, che vanno contro i diritti umani, si potrà in quel caso non cadere nelle mani di chi detiene un potere e lo utilizza per sopraffare e sfruttare gli altri.
Il calore familiare è la cosa più preziosa che ci sia. È fatto di quei rapporti sinceri e amorevoli, in cui si assapora quella gioia che non si compra, ma si dona e si riceve spontaneamente.
Colui che offre lavoro ad altri in modo disonesto, approfitta ingiustamente dell'ignoranza e del bisogno altrui, consapevole di rimanere impunito in una società a cui non importa dei più deboli.
Quando siamo a conoscenza di soprusi e ingiustizie, le cui vittime non hanno il potere di difendersi, siamo in parte anche noi colpevoli se abbiamo la possibilità di fare qualcosa ma preferiamo chiuderci nel nostro egoismo.
Solo quando si trova il coraggio di scegliere quale strada prendere, seppur rischiando, si impedisce ad altri di farlo al nostro posto, diventando veri protagonisti della nostra vita.
Sul bisogno di tanti volenterosi lavoratori, che per necessità sono disposti a lavorare in nero, senza alcun diritto e senza alcuna pretesa, ci sono imprenditori disonesti che si arricchiscono, beffandosi delle leggi e dello Stato.
Le avversità e le situazioni che ci mettono a dura prova non sono così dannose come noi crediamo, bensì sono un mezzo per fortificarci e accrescere l'autostima.
Quando si cammina con animo leggero, sgombro dal caos della società, si assapora il soave silenzio della natura, facendo chiarezza e ordine dentro se stessi.