Il viaggio più importante, quello che è davvero in grado di cambiare l'esistenza di un essere umano, non si può trovare all'interno di un'agenzia di viaggi e non necessita neanche dell'acquisto di un biglietto, eppure quasi nessuno è disposto a compierlo: si tratta del viaggio interiore che conduce alla scoperta di se stessi e della propria umanità.
Il "cogito ergo sum" di Cartesio è stato trasformato dal capitalismo in "possiedo quindi sono"; ma quando un individuo viene spogliato dei suoi averi che cosa resta del suo essere?
Nell'odierna società, il lavoro è un potente mezzo per il controllo sociale. Individui che non hanno tempo per pensare, la cui creatività è annullata dalla quotidiana attività lavorativa e che per sopravvivere dipendono completamente dalla propria subordinazione, difficilmente riusciranno a ribellarsi.
Il lavoro dovrebbe essere una libera, matura e volontaria espressione del proprio essere, non una costrizione che annulla l'individuo e lo allontana dalla felicità, imposta dal sistema mediante paure, ricatti economici e condizionamenti mentali.
Chi afferma di voler difendere il "diritto al lavoro" fa sempre riferimento al primo articolo della costituzione italiana, dimenticandosi puntualmente di tutelare il "diritto alla felicità", che invece dovrebbe essere il vero diritto sul quale fondare la costituzione di ogni paese del mondo.
Per mantenere la sua stabilità il sistema non può permettere che fioriscano esseri umani gioiosi, energici e vitali, né teste pensanti, critiche, scettiche e razionali; ancor meno menti creative, originali e stravaganti, o individui rivoltosi, disubbidienti e rivoluzionari, che pretendono la libertà per sé e per gli altri: il sistema ha bisogno di persone "normali".
Non dovrebbero esistere fabbriche dei capitalisti e lavoratori che mendicano il lavoro per sopravvivere, ma fabbriche dell'umanità nelle quali lavorano dei robot che producono ciò che serve agli esseri umani per vivere in libertà.
La vera funzione del lavoratore dipendente è quella di generare utili per conto di una minoranza d'individui parassitari, che possono permettersi di vivere nel lusso grazie al sacrificio esistenziale di chi non vede alternative all'ingurgitare il boccone al veleno della propria schiavitù.
Le imposizioni dell'odierna società sono ben evidenti e iniziano fin dalla tenera età: obbedisci, vai alla messa, vai a scuola, vai a lavorare, sposati, fai dei figli, compra una casa, compra una macchina, paga il mutuo, paga le tasse, segui la moda, guarda la tv, leggi i giornali, vai a votare, non lamentarti, non protestare, evita di pensare e soprattutto non dimenticarti mai di ripetere: "Io sono libero, io sono libero, io sono libero, io sono libero..."
L'equazione "tempo uguale denaro" è un chiaro riflesso delle esigenze di un mondo malato di profitto, nel quale gli individui hanno ceduto la propria dimensione umana per quella economica.