Piove, il pantano disorienta il viandante, le sue impronte vengono miscelate e confuse, il cammino si fa più faticoso; mentre l'ignoto domina impossessandosi del sentiero prescelto. Dal fuoco che arde da tempo, si alza un maleodorante fumo grigiastro, la presenza del nulla è palpabile e da segnali di soffocamento, che lo fa rimanere inerte dinnanzi alla fine del viaggio. Il fuoco s'indebolisce inesorabilmente, non gli resta che alzare dignitosamente il capo guardando il continuo precipitare, aspettando un nuovo vento. Ricordandosi che ogni fine, non è altro che un nuovo inizio. Noi mortali necessitiamo di alimentarci dal fuoco dei sentimenti.
Oggi l'essere mortale sopravvive freneticamente incatenato al suo "progresso"... Mentre l'uomo, che vive del proprio cammino, miscela sapientemente l'evoluzione continua agli istinti ancestrali.
Nell'appagamento risplende la vera "ricchezza"; essa risiede nella semplicità e nella limpidezza dell'essere interiore, ma la nostra cecità ci spinge all'accumulo di falsi "miti".