Scritta da: Nietzsche87
La negazione cede all'accettazione; l'accettazione genera dipendenza.
Composta mercoledì 18 maggio 2011
dal libro "The dome" di Stephen King
La negazione cede all'accettazione; l'accettazione genera dipendenza.
Lo stai facendo tu, vecchio brocco.
"Pupa!" Esclamò. "Siamo solo tu e io! Da quanto tempo...". Poi il terrore oscurò il suo viso alla vista di Irma che metteva giù il libro e sollevava la 45. "Ehi, senti, metti giù quell'affare... è carica? Ehi...!" Irma tirò il grilletto. La pistola esplose, uccidendola sul colpo. Non una grande perdita.
La sua voce era gelida come Castle Lake in novembre. Ricordalo. Non ti conviene prendere per il culo me, perché se cerchi di prendere per il culo me... Thad si destò di soprassalto con il volto umido e anche il cuscino bagnato, il cuscino che si stringeva convulsamente contro la faccia. Poteva essere sudore o potevano essere lacrime di pianto. "... La stai mettendo nel culo al migliore".
Ha tolto il tappo. Uno strattone e ciao ciao per sempre. Aveva l'inclinazione. E non bisognava fare fatica per vederlo. Si potrebbe dire che pendeva da quella parte.
Dove sarebbe quaggiù.
Terminopoli, spiegò con calma Stark. È il capolinea di tutti i servizi su rotaia, Thad.
Il mondo stesso è un posto strano. E difficile. E talvolta sfortunato.
Le venne in mente, senza alcun motivo particolare, un versetto delle Scritture: Prima di togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo prossimo, occupati della trave che sta nel tuo. Ci pensò su. Pagliuzza? Trave? Quell'immagine specifica le aveva sempre dato da pensare. Che tipo di trave? O di raggio? Perché in inglese, la stessa parola, beam, voleva dire anche raggio. Raggio di sole? Raggio di luna? O trave del tetto? E poi c'erano i raggi dei lampi magnetici e i volti raggianti.
Stanno stretti sotto i letti, sette spettri a denti stretti.
Intuì con la comprensione di un adulto che questioni di realtà concreta diventano non insignificanti, ma meno vitali quando le si esamina al cospetto della maschera quieta e silenziosa della morte. Lo capì con la comprensione di un adulto e lo accettò con il sollievo di un adulto. Fu un'orma fuggevole, l'impronta di una scarpa nella sua mente. Così in un bambino sono tutte le impressioni adulte; è solo negli anni a venire che il bambino capisce di essere stato formato, plasmato da esperienze casuali; tutto quello che rimane nell'istante oltre l'impronta è quell'odore pungente di polvere da sparo che è l'accendersi di un'idea che prescinde dal numero effettivo dei suoi anni.