Scritta da: Daduncolo
in Frasi & Aforismi (Politica)
Poiché sono solo contro tutti, mi è difficile diffendere la propria patria, per tanto a male in cuore decido di accettare l'esilio.
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Poiché sono solo contro tutti, mi è difficile diffendere la propria patria, per tanto a male in cuore decido di accettare l'esilio.
Armoniosi accenti dal tuo labbro volavano, e dagli occhi ridenti traluceano di Venere i disdegni e le paci la speme, il pianto e i baci.
Negli uomini pubblici l'amicizia è o interessata o falsa, e sempre corta.
Taci, taci: - vi sono de' giorni ch'io non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi agita, mi divora. Forse io mi reputo molto; ma è mi pare impossibile che la nostra patria sia così conculcata mentre ci resta ancora una vita. Che facciam noi tutti i giorni vivendo e querelandoci? Insomma non parlarmene più, ti scongiuro. Narrandomi le nostre tante miserie mi rinfacci tu forse perché io mi sto qui neghittoso? E non t'avvedi che tu mi strazi fra mille martirj? Oh! se il tiranno fosse uno solo, e i servi fossero meno stupidi, la mia mano basterebbe. Ma chi mi biasima or di viltà, m'accuserebbe allor di delitto; e il savio stesso compiangerebbe in me, anziché il consiglio del forte, il furore del forsennato. Che vuoi tu imprendere fra due potenti nazioni che nemiche giurate, feroci, eterne, si collegano soltanto per incepparci? E dove la loro forza non vale, gli uni c'ingannano con l'entusiasmo di libertà, gli altri col fanatismo di religione: e noi tutti guasti dall'antico servaggio e dalla nuova licenza, gemiamo vili schiavi, traditi, affamati, e non provocati mai né dal tradimento, né dalla fame. - Ahi, se potessi, seppellirei la mia casa, i miei più cari e me stesso per non lasciar nulla nulla che potesse inorgoglire costoro della loro onnipotenza e della mia servitù! È vi furono de' popoli che per non obbedire à Romani ladroni del mondo, diedero all'incendio le loro case, le loro mogli, i loro figli e sé medesimi, sotterrando fra le gloriose ruine e le ceneri della loro patria la lor sacra indipendenza.
Quando si risveglierà il tuo martirio, e lo spirito sarà vinto dalla passione, io ti verrò dietro per sostenerti in mezzo al cammino e per guidarti, se ti smarrirai, alla mia casa; ma ti verrò dietro tacitamente per lasciarti libero almeno il conforto del pianto.
Lo spettacolo della bellezza basta forse ad addormentare in noi tristi mortali tutti i dolori?
L'esperienza è come il medico che arriva tardi.
Fra poco saremo disgiunti dal nulla, o dalla incomprensibile eternità. Nel nulla? Sì sì sì; poiché sarò senza te.
T'amai dunque, t'amai e t'amo ancora di un amore che non si può concepire che da me solo.
Il tuo giuramento, o Teresa, proferirà ad un tempo la mia sentenza; ma finché tu sè libera, e il nostro amore è tuttavia nell'arbitrio delle circostanze, dell'incerto avvenire e della morte, tu sarai sempre mia.