Non è tutto oro quello che brilla. Spesso tal sentenza hai udita, E molti hanno perduto la vita, abbagliati da tanta scintilla. Tomba d'oro il verme suggella. Se t'avesse tua buona stella Ispirato e se fosse tua tempra sana e schietta come tue membra, Non troveresti su questo cartiglio sì freddo congedo. Sì triste consiglio.
Chi mai si leva da un banchetto con lo stesso acuto appetito che aveva quando pur dianzi vi si era seduto? E dov'è quel cavallo che muove a ritroso i suoi passi attediati con lo stesso indomito fuoco del primiero slancio? Tutte le cose che esistono a questo mondo s'inseguono sempre con più ardore di quello con il quale, di poi, si godono.
Ah, che i piccioni di Venere volano dieci volte più rapidi quando si tratta di suggellare i patti d'un amore pur ora nato, che non quando si tratta, all'incontro, di matenere fede alle promesse giurate.
Il diavolo può citare la Sacra Scrittura per i suoi scopi; una mala anima che adduce sante testimonianze è come un malvagio dalla gota sorridente, una bella mela che è marcia nel cuore. Oh che lusinghiera apparenza ha mai la falsità.
Stanca saresti, buona signora, se le tue disgrazie fossero, in numero, uguali alle tue fortune; e tuttavia, a quel che vedo, c'è chi è malato dalla sazietà, perché ha troppo, e chi langue d'inedia, perché non ha nulla; e non è felicità da poco il trovarsi nel giusto mezzo: la supefluità conduce più presto ai capelli bianchi, mentre la misura ha vita più lunga.