Scritta da: S. Alesi
Per tornare al buon umore è più utile l'aiuto di un bambino innocente che quello di dieci adulti peccatori.
Composta mercoledì 6 febbraio 2013
Per tornare al buon umore è più utile l'aiuto di un bambino innocente che quello di dieci adulti peccatori.
Forse è così. I genitori risultano regolarmente inadatti, incapaci a risolvere questioni che loro stessi hanno scatenato nei figli. Sempre fuori tempo. Eppure a quei figli, hanno dedicato la loro intera vita. È davvero così poco?
Ho visto una bambina insegnare ad un adulto come vivere. Con occhi lucidi mi sono soffermato a riflettere, quanta saggezza in quella ingenuità, con quanta dolcezza i bambini ci prendono per mano e arrivano facilmente alla parte migliore di noi. Ho imparato una lezione che nessun laureato potrà mai darmi.
I bambini non devono poter credere che la magia esiste, devono vivere in quella semplice armonia, quella che dia loro motivi per essere gli adulti sani e amorevoli in quel difficile domani.
La mamma è quel battito invisibile che fa eco alla vita che pulsa in ognuno di noi.
Una mamma ama sempre la sincerità di un figlio e perdona sempre gli errori, ma l'importante è saperli riconoscere.
La vita non è facile ogni giorno ti mette di fronte a tante difficoltà ma poi guardi lo sguardo dei tuoi figli li stringi a te e torna la forza che hai smarrito.
Tu sei la mia gioia, l'amore infinito e puro che vive nella casa del mio cuore. Non ti auguro niente di più che la vita non ti abbia già donato, il buono e il cattivo entrambi appartengono e sono sempre vita, ricordalo bene, il primo va goduto smisuratamente mentre per il secondo devi lottare senza mai arrenderti se vuoi uscirne vincente, perché ricorda la vita, è per i valorosi. Io auguro a te tanto tempo di questa meravigliosa esistenza. Ti voglio un mondo e più di bene! Grazie.
Il valore delle cose, sta nelle sfumature dei colori. Sta nel profumo dei fiori, sta nel cuore che batte e sta negli occhi felici dei bambini.
Conosciamo, fin dai primi istanti della nostra vita, il dolore, quello di una madre. Viviamo perpetuando tale dolore, scordandoci però, che siamo stati concepiti durante il massimo piacere altrui.